28.12.19

FIORAMONTI: critiche e aspettative

Fioramonti l'aveva annunciato.È stato coerente. Sapeva che non ci si poteva fidare.

Già da giugno disse: "almeno 1 miliardo per la ricerca pena le dimissioni". Ci volevano le cifre giuste per questo Ministero e con questo presupposto l'ex-Ministro ha reso condizionato, già in partenza, il suo incarico
"sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella linea di galleggiamento finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca".
Ma dai giornali spuntano sospetti e retroscena legati alle restituzioni di parte degli stipendi, Fioramonti si difende:  "le mie rendicontazioni sono state puntuali per tutto il 2018. Basta consultare il sito tirendiconto.it per vederlo. Poi, all'inizio di quest'anno, quando si è passati da una donazione sul Bilancio dello Stato ad un bonifico da effettuare su un conto privato, centinaia di parlamentari hanno sospeso le restituzioni in attesa di chiarimenti. Nel mio caso, ho continuato a farle sul conto del Bilancio dello Stato e poi ho deciso di devolvere gli ultimi mesi (...20 mila euro...) al Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, centro pubblico di ricerca in procinto di attivazione a Taranto"
Le critiche principali sulle risorse vengono affiancate, anche in risposta ai giornalisti, dalle critiche sulle restituzioni con queste accuse: "metodo farraginoso e poco trasparente con cui si gestiscono le nostre restituzioni." e ancora "un sistema gestito da una società, il cui ruolo rimane a tutti poco chiaro."
Tornerà a fare il parlamentare fuori dal M5S, sosterrà sempre il governo, ma gestirà da solo i suoi soldi. 
E il mondo della scuola sta a guardare la lunga passerella di Ministri ben 7 in 8 anni, quasi con la media di incarichi annuali, tanto per strizzare l'occhio ai precari ! 
I fondi sono molto importanti ma questa alternanza si può considerare una ulteriore fonte di disagio per questo settore?
ORA TOCCA A LUCIA AZZOLINA (Scuola) E A GAETANO MANFREDI (Università e Ricerca). Torna la separazione dei settori come ai tempi di Prodi. Buon lavoro!


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